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Trattando street art ed artisti come Mr Brainwash, Obey e lo stesso Banksy, è inevitabile che una delle domande che mi vengono rivolte più spesso sia: chi è realmente Banksy?
Penso sia una informazione da alcuni milioni di euro in effetti, il giornalista che la avrà potrà chiedere una bella somma, tanto è l’allure che circonda la questione.
Sono stato qualche giorno nella nuova galleria di Porto Cervo di Deodato e una signora giapponese, vedendo in vetrina un’opera di Mr Brainwash che conteneva la bambina con il palloncino ha esclamato: “oh! That is Sotheby!”, allora le ho detto: “Do you mean Banksy” e lei ha risposto”Oh no, the artist Sotheby that cut the artwork”. E questo episodio fa capire tutto.
Di recente mi sono trovato di fronte alla possibilità di avere realmente la risposta su chi sia Banksy, è accaduto in modo repentino e non cercato. Non ho voluto però andare avanti e non ho voluto prendermi la risposta, che era lì, di fronte a me; lo so che sembra incredibile, ma onestamente ero pronto a quel momento. Mi ero infatti già chiesto se era il caso di saperlo ed alla fine avevo deciso che era meglio non saperlo, ho una formazione scientifica e mi ero preparato in modo sistematico a quel momento, stile “professore” nella Casa di Carta per intenderci! Sapevo già cosa avrei dovuto fare se fosse avvenuto.
Sapere chi è Banksy è una forma escatologica; l’escatologia è un termine bruttino per definire lo scopo ultimo o il fine ultimo. Il Paradiso o l’inferno sono forme escatologiche per l'uomo per esempio; l’escatologia di un qualche cosa è il fine ultimo, l’ultima istanza utile di quella cosa, dopo la sua escatologia, tutto si è compiuto. Riguardo all’uomo la escatologia è la domanda principale: dove andrà ognuno di noi, quale è il suo ultimo fine? Saremo polvere, energia, corpo in un altro sistema? Ipotizzando di avere questa risposta, la vita sarebbe condotta allo stesso modo di adesso? I sistemi legislativi sarebbero gli stessi? Io penso certamente di no.
Penso che se l’uomo conoscesse con certezza la sua escatologia…finirebbe per anticipare la fine, appiattirebbe il tempo che lo separa da essa. Se pensasse che vi è una vita migliore, aumenterebbero i suicidi o quantomeno le imprese audaci, non a caso i Talebani si fanno saltare. Se si pensasse che torneremmo polvere penso che faremmo saltare molti schemi sociali, forse tra questi il matrimonio, la difesa dei confini, c'è da riflettere a riguardo.
Insomma sapere il fine ultimo di qualcosa in qualche modo ne decreta una anticipazione. Mr Brainwash dice “Life is beautiful”, io dico “La vita è bella, se non la conosci troppo”. L’incognita genera speranza, operatività, scelta ed infine azione per qualcosa. Banksy, come i BitCoin (anche essi creati da un anonimo) generano le stesse emozioni: speranza in un mondo più democratico, operatività verso la conoscenza, scelta per decidere da che parte stare ed infine azione. I BitCoin sono stati fagocitati dal mondo della finanza e quindi hanno perso energia vitale negli ultimi anni, potrebbe accadere a Banksy se entrasse definitivamente nel sistema dell’arte, personalmente penso che sia il suo problema attuale: non ne è mai stato totalmente fuori, ma non può starne totalmente dentro, mantenere un atteggiamento border-line è impresa non banale.
Se conoscere la nostra escatologia renderebbe la nostra vita “less beautiful” e nella media statistica la accorcerebbe, cosa accadrebbe al sistema dell’arte se venisse scoperto con certezza chi è Banksy? Io penso che il sistema ortodosso del mondo dell’arte, quello fatto di chi conta(va), tirerebbe un sospiro di sollievo, una minaccia fugata. Quando Duchamp con il suo orinatoio nel 1917 o Piero Manzoni con la merda d’artista crearono delle cesure nel mondo dell’arte, non esisteva internet e per Duchamp neppure le televisioni, non avvenne una cesura nel mondo dei normali, piuttosto ad interrogarsi furono solo gli addetti ai lavori, ed ancora oggi è così. Se una scatola che vale 300.000 euro contiene o no merda vera, alla fine non è così rilevante per le persone comuni, di cose strane se ne vedono tutti i giorni. Ma risulta maledettamente strano, quasi da dare fastidio, che uno così potenzialmente famoso, ricco e di successo, non riveli la sua identità. Nei salotti serali in TV, nelle piazze social o nella politica, vi è una spasmodica gara a dire “l’ho detto prima io”, “l’ho fatto prima io”, “l’ho pensato prima io”; come è possibile che qua il messaggio sia semplicemente: “prendi e godi”. Questa posizione sta mettendo in imbarazzo gli operatori del mondo dell’arte che conta(va)no, super impegnati a sciorinare le presenze museali dei loro artisti (spesso in musei che chiedono soldi per esporre e diretti dai curatori che loro stessi pagano). Qua c’è uno che pasticcia un muro: solo che quel muro è il muro che separa Israele dalla striscia di Gaza ed il pasticcio racconta di uno dei grotteschi drammi della nostra contemporaneità. Se una signorona di Botero prodotta in laboratorio vale 1.3 milioni ad Art Basel Hong Kong quanto dovrebbe valere lo stencil di Banksy fatto su quel muro? Io provocatoriamente dico: un trilione, ovvero mille miliardi di euro. Questo preoccupa. Questo è il motivo per cui nelle fiere che contano non troviamo le gallerie che presentano lavori di Banksy; perché i magazzini delle gallerie i cui proprietari sono in commissione di queste fiere sono pieni di Botero da 1.3 milioni, e siccome un Banksy non può valere un trilione (non ci sarebbero compratori abbastanza ricchi) ma dovrebbe più ragionevolmente valere 1.3 milioni, ciò implicherebbe che Botero scenderebbe a 10k, un disastro, anche perché Banksy non lo si trova nelle gallerie che conta(va)no ma in quelle che riescono a intercettarlo, che è una partita diversa.
Nella nostra economia ci sono state tre fasi. Nella fase 1 il pesce grosso mangiava il piccolo; poi è arrivata la fase 2, quella della new economy, dove il pesce veloce mangia quello lento; ora siamo nella fase 3, la fase della conoscenza, il pesce che accedere alle informazioni mangia quello che non ne ha, indipendentemente dalla sua grandezza o velocità.
Ed allora se il mondo sapesse chi è Banksy questa rivoluzione in atto rallenterebbe, forse si arresterebbe. Non avendo io alcun Botero in magazzino…ho deciso scientemente, di non voler sapere chi sia Banksy e spero nessuno lo sappia mai.