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Sculture

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La Salomè: Icona della storia dell’arte occidentale.

Un soggetto, quello della Salomè rivista attraverso il suo “trofeo” in un’ottica Kawaii, che Tomoko aveva già declinato in forme, supporti e situazioni differenti: dai quadri, alle stampe, ai murales, fino al recente lavoro di “Urban Decor” delle cabine semaforiche col progetto Energy Box. 

E' trattata, in chiave contemporanea, l'iconografia della principessa giudaica citata nel Vangelo secondo Matteo, protagonista degli episodi famosi di Flaubert e di una importante opera di Oscar Wilde; di opere di eccellente pittura e impatto iconografico, da Lucas Chranach a Guido Reni, Botticelli, da Artemisia Gentileschi a Caravaggio, fino a Paul Klee e Oscar Kokoschka. Un soggetto indubbiamente simbolo della cultura e della Storia dell’arte Occidentale.

Nella rilettura specialmente in chiave di SCULTURA-TOYS di Tomoko, Salomè diviene contemporanea icona del consumo di Massa: la cultura pop giapponese alla quale Tomoko appartiene porta sul vassoio la testa di se stessa, in un'analisi critica e pur sempre giocosa, “Kawaii" nonostante il soggetto macabro, con un atteggiamento tipicamente micropop. In questo caso sono i mercati finanziari, il capitalismo mondiale e la globalizzazione, e Tomoko stessa, in quanto artista-brand fatta figura, a portare la loro testa decapitata, in dono a noi consumatori e vittime-artefici consapevoli di ingiustizie e disastri ambientali. Un dono “crudele” come fu quella testa decapitata di San Giovanni Battista, persona carismatica e importante, indubbiamente un “VIP” dell’epoca, pretesa per capriccio.


La scultura secondo Tomoko Nagao

Tomoko Nagao's Salomé

La Scultura, arte in 3d per eccellenza, diventa linguaggio privilegiato per queste nuove opere di Tomoko. Secondo la sua poetica, come per i maestri del Superflat Murakame Nara, questa forma d'arte è collegata alla cultura Otaku più che all’immaginario della statuaria classica come lo conosciamo in Occidente. La scultura “micropop” o japanese POP di Tomoko si collega al mondo dei Toys da collezione, delle “3d figure” che di solito rappresentano personaggi di anime e manga, ma anche gadget e gift per il marketing dei grandi brand, prodotti e distribuiti in serie in ogni angolo del Giappone. 

Secondo Tomoko, la scultura deve quindi essere seriale e deve avere un forte legame con i giocattoli, che per essere “manipolati” dai bambini o collezionati nelle bacheche degli appassionati devono avere una loro forma e dimensione nello spazio, in modo da essere ammirati da tutti i lati, per permettere ai nostri soggetti “2d” preferiti di fare un upgrade divenendo oggetto di culto.