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Matteo Guarnaccia

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Matteo GuarnacciaAttivo dagli inizi degli anni Settanta, come agitprop culturale della scena alternativa con la rivista psichedelica "Insekten Sekte", da lui fondata ad Amsterdam e diffusa lungo la "Hippie Trail". Con il suo inconfondibile tratto grafico, collabora con diverse testate controculturali del periodo, dall'americana "Berkeley Barb" all'italiana "Fallo!".Negli anni Ottanta, si interessa di sciamanesimo e culture tradizionali, viaggia in Giappone, Stati Uniti, Sud America e Australia.

Illustratore, pittore, saggista, organizzatore di eventi, espone in Italia, Stati Uniti, Giappone, Paesi Bassi, Germania, Spagna e Svizzera, sia in luoghi istituzionali (come la Triennale di Milano) che in ambienti creativi anomali. Nel corso degli anni ha saputo aggiornare continuamente l'immaginario psichedelico, riallacciando le fila sotterranee di una ricerca mistico-evoluzionista che non si è mai interrotta.

La sua opera è un intreccio di echi provenienti simultaneamente da culture arcaiche, moderne tecniche di analisi psichica, ricerche scientifiche sulle attività della mente, il tutto opportunamente miscelato da robuste dosi di ironia. Ha saputo fondere con abilità in un unico segno diverse tradizioni culturali, con uno stile che rimane a tutt'oggi estremamente elastico e magicamente visionario, capace di espandersi con incredibile rutilanza (pensiamo alle copertine dei dischi, alle impaginazioni editoriali, ma anche alle sue tele), così come di fissarsi in quelle deliziose e incisive icone (così aperte, ma stabili, insieme fresche e sicure) che rappresentano la sua produzione come illustratore.

Attivo nel campo del design (Bruno Munari, Studio Mendini, Italo Rota, Alessandro Guerriero, Alberto Biagtti), del giornalismo (D-La Repubblica, Alias, Gap Japan, Zoom France, Wired, Vogue, Abitare) e della moda (Stephane Marais, Yoox, Vivienne Westwood, Malo, Biba). Storico del costume e critico d'arte, ha pubblicato oltre trenta saggi sulle avanguardie storiche e sui movimenti creativi antagonisti. È uno dei pochi artisti italiani presenti nel prestigioso volume "Art of Modern Rock" di Grushkin & King (2004).

« Divertente e filosofico, ha raggiunta la massima capacità espressiva possibile nel rendere per immagini le fantasie psichedeliche » Albert Hofmann